domenica 12 aprile 2009

Caspar david Friedrich

Artist :Caspar david Friedrich The wanderer above the sea of fog Year 1818 Technique : Oil on canvas Dimensions 98 × 74 cm (38.57 × 29.12 in) Current location Kunsthalle, Hamburg

martedì 24 marzo 2009

Antonio Canova (1757-1822) Dancer, 1806-12, The Hermitage

La venditrice di amorini di Joseph-Marie Vien. Chatheau de Fontainebleau.

Gli scavi archeologici e le pitture murali rinvenute ad Ercolano e Pompei influenzarono il gusto di un’epoca

Scavi di Pompei

Opera parietale con fregio di amorini Sec. I d.C.

martedì 17 febbraio 2009

Il Settecento in Europa

Nei primi decenni del secolo XVIII il concetto di "equilibrio europeo", che già aveva guidato le scelte di alcune nazioni nell'ultima fase del Seicento, perse il suo valore anche a causa delle pretese di egemonia degli Asburgo e dei Borboni. La situazione internazionale si complicò ulteriormente con l'ascesa di nuove potenze: la Russia e la Prussia. Per i primi cinquant'anni del secolo lo scenario europeo è sconvolto da una serie di guerre dette "di successione", in cui sono coinvolti tutti i paesi. A questi conflitti si devono aggiungere le rivalità marittime e coloniali tra Francia e Inghilterra, che estendono la guerra al mondo intero. La caratteristica peculiare del secolo è quella di un continuo mutare dell'assetto politico territoriale dell'Europa, trasformando il continente in uno scacchiere dove le potenze che dispongono di forze pressappoco equivalenti, cercano degli alleati per realizzare i rispettivi disegni, seguendo ognuna i propri interessi. La guerra per la successione al trono spagnolo vide opporsi alla Francia di Luigi XIV una coalizione europea imperniata sull'alleanza fra Inghilterra, Olanda e impero Asburgico. Con la pace di Utrecht del 1713 e con il trattato di Rastatt del 1714, veniva sancito un nuovo ordine politico: Filippo V instaurava la dinastia dei Borbone in Spagna; mentre a Carlo VI d'Asburgo passavano i possedimenti spagnoli nei Paesi Bassi e in Italia, eccetto la Sicilia che andava con il titolo regio a Vittorio Amedeo II di Savoia; l'Olanda invece si dovette accontentare di una serie di piazzeforti lungo la frontiera franco-belga, garantendosi così la sua integrità territoriale; ma chi uscì dal conflitto con più vantaggi fu l'Inghilterra, che vide l'affermazione definitiva della sua supremazia marittima e commerciale. Altri mutamenti dovevano avvenire con la guerra di successione polacca che, al suo termine, creò le basi per un sostanziale equilibrio europeo. Il conflitto iniziò quando, alla morte del re di Polonia Augusto II, fu eletto Stanislao Leszczynski a cui però si impose, spodestandolo, Augusto III di Sassonia, appoggiato quest'ultimo, da Austria e Russia. La guerra di successione polacca si combatté quasi esclusivamente in Italia e si concluse con la pace di Vienna del 1738, dove, con la mediazione dell'Inghilterra, si profilò il nuovo assetto politico-territoriale: l'impero austriaco dovette cedere il Regno di Napoli a un ramo della dinastia Borbone di Spagna; la Lorena veniva assegnata allo spodestato Stanislao Leszczynski, col patto che alla sua morte la regione sarebbe stata unita alla Francia (come poi avverrà nel 1766). Intanto in Toscana all'estinta dinastia dei Medici subentra quella dei Lorena con Francesco Stefano che, grazie al suo matrimonio con Maria Teresa, figlia dell'imperatore Carlo VI, si era legato agli Asburgo. La morte di Carlo VI, nel 1740, mise in luce la debolezza degli Asburgo: salita al trono Maria Teresa, Federico II di Prussia invade la Slesia, scatenando così la guerra di successione austriaca. Maria Teresa si allea con l'Inghilterra, ma non riesce a sconfiggere Francia e Prussia e, alla pace di Aquisgrana del 1748, deve cedere la Slesia a Federico II e i ducati di Parma e Piacenza a Filippo di Borbone. In definitiva, al termine del conflitto, non si erano verificati cambiamenti sostanziali nello scacchiere europeo, ma si erano inasprite le rivalità fra Prussia e Austria da un lato, e fra Francia e Inghilterra dall'altro. Rivalità tanto forti da portare queste nazioni alla successiva Guerra dei Sette anni. Nel frattempo, in Europa settentrionale, al declino della Svezia si contrapponeva l'ascesa della Russia. Con la salita al trono di Pietro I il Grande, veniva attuata una politica di riforme, volta a placare i movimenti di rivolta che si erano determinati dopo le cosiddette guerre del Nord, che avevano sì prodotto successi, ma anche estenuato il paese. La Russia aveva ormai sostituito la Svezia nel ruolo di grande potenza baltica. Le mire espansionistiche russe raggiunsero il culmine con Caterina II, che nel 1768 provocò in Polonia una guerra civile che ebbe come conseguenza un conflitto in cui si trovò coinvolto anche l'impero Ottomano. I successi militari russi allarmarono l'Austria , che cercò di convincere la Prussia a entrare in un blocco antirusso. Federico II, che non voleva invischiarsi in un conflitto nei Balcani, nel 1772 propose la prima spartizione della Polonia. Lo smembramento definitivo della Polonia era solo questione di tempo: lo scoppio della Rivoluzione Francese nel 1789 indusse Russia, Austria e Prussia ad attuare la seconda e la terza spartizione della Polonia che non riacquistò più l'indipendenza fino al 1919.
Fonte

Pace di Urecht 1713

sabato 7 febbraio 2009

Il Mattino, Giuseppe Parini

Il Mattino secondo la lezione del Manoscritto Ambrosiano IV,3-4
Sorge il mattino in compagnìa dell’alba innanzi al sol, che di poi grande appare su l’estremo orizzonte a render lieti gli animali e le piante e i campi e l’onde. Allora il buon villan sorge dal caro letto cui la fedel sposa, e i minori suoi figlioletti intepidîr la notte; poi sul dorso portando i sacri arnesi che prima ritrovâr Cerere, e Pale, move seguendo i lenti bovi, e scote lungo il picciol sentier da i curvi rami fresca rugiada che di gemme al paro la nascente del sol luce rifrange. Allora sorge il fabbro, e la sonante officina riapre, e all’opre torna l’altro dì non perfette, o se di chiave ardua e ferrati ingegni all’inquieto ricco l’arche assecura, o se d’argento e d’oro incider vuol gioielli e vasi per ornamento a nova sposa o a mense. Ma che? tu inorridisci, e mostri in capo, qual istrice pungente, irti i capelli al suon di mie parole? Ah, il tuo mattino, signor, questo non &egrave. Tu col cadente sol non sedesti a parca cena, e al lume dell’incerto crepuscolo non gisti jeri a posar, qual nei tuguri suoi entro a rigide coltri il vulgo vile. A voi celeste prole, a voi, concilio almo di semidei, altro concesse Giove benigno: e con altr’arti e leggi per novo calle a me guidarvi &egrave d’uopo. Tu tra le veglie, e le canore scene, e il patetico gioco oltre più assai producesti la notte; e stanco alfine, in aureo cocchio, col fragor di calde precipitose rote, e il calpestio di volanti corsier, lunge agitasti il queto aere notturno, e le tenébre con fiaccole superbe intorno apristi, siccome allor che il siculo terreno da l’uno all’altro mar rimbombar féo Pluto col carro a cui splendeano innanzi le tede de le Furie anguicrinite.